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Conoscere per non dimenticare
Se la Giornata della Memoria è, e deve essere, un imprescindibile appuntamento per non dimenticare l’Olocausto dei milioni di ebrei discriminati, perseguitati e uccisi durante il secolo scorso, la memoria della cultura ebraica – e di quanto essa ha prodotto in un continuo interscambio con le diverse culture in relazione alle quali essa ha sempre convissuto – non può essere relegata ad un solo momento dell’anno ma deve essere di continuo alimentata perché i crimini peggiori seguono sempre il primo delitto che è dato dall’ignoranza “dell’altro” e dal pregiudizio su di lui.
Per questo motivo e con questo intento l’Ensemble Terra d’Otranto presenta il suo progetto speciale non solo “per” ma “verso” la Giornata della Memoria… “e oltre”, proponendo una figura che ha dato lustro alla cultura ebraica interagendo con la cultura della società nell’Italia e nell’Europa del suo tempo: Salomone Rossi, “il primo che pubblicò musica ebraica”.
I canti e i salmi di Salomone… Rossi
Verso la fine del XVI secolo alcune tra le più importanti comunità ebraiche dell’Italia settentrionale, sensibili al gusto musicale del tempo, cercarono di apportarne la novità nell’ambito delle loro liturgie. Così Salomone Rossi fu sollecitato alla composizione di musiche per la sinagoga e vide pubblicati a Venezia nel 1623 i trentatré Ha’shirim ‘Asher Li’Shlomo (Salmi e Canti di Salomone) con stampa del testo in caratteri ebraici, parola per parola da destra verso sinistra, sotto la musica che va usualmente da sinistra verso destra. Essi sono pienamente impregnati dell’espressività del linguaggio del suo tempo cui Rossi aveva contribuito con una prolifica e raffinata produzione vocale profana. Forte di questa matura esperienza Rossi seppe encomiabilmente adattare le potenzialità della polifonia tardo-rinascimentale alle esigenze dei testi biblici e liturgici ebraici, ottenendo, negli Ha’shirim pagine ancora oggi eloquenti per il nitore formale e l’efficacia espressiva.
L’assoluta novità e unicità della pubblicazione fu attestata in un documento “ufficiale” allegato alla prima stampa dell’opera: in esso quattro tra i più influenti rabbini di Venezia, richiesti di dare un loro autorevole giudizio sull’opera, mentore il progressista Rabbino Leone da Modena, riconobbero a Salomone Rossi di essere stato “il primo che pubblicò musica ebraica”.
Nel giro di pochi anni però il ducato di Mantova, conquistato dalle forze imperiali asburgiche, assistette ad una massiccia espulsione di ebrei e di conseguenza alla fine di un così felice momento di sintesi tra culture e tradizioni in Italia.
I brani che l’ETdO presenta nel programma Shlomo sono tratti dalle numerose pubblicazioni vocali e strumentali quali i quattro Libri di sinfonie, gagliarde, sonate, brandi, correnti (1607-1622), importanti per l’evoluzione dello stile strumentale, in prevalenza con basso continuo. Spesso costruiti su noti ritmi di danze e su motivi famosi e abilmente riproposti, secondo schemi di variazione molto ricchi di interesse, essi sono piena espressione del carattere innovativo dell’attività che Rossi svolgeva come strumentista e direttore di complessi, tanto da poter essere considerato vero capostipite del genere seicentesco della sonata a tre per due violini e basso continuo: lascia trasparire sicura consapevolezza di ciò il titolo del primo brano del Libro Terzo, che suona come un manifesto, “Sonata prima detta la Moderna”.
Le composizioni vocali presentate sono tratte dalle ben otto raccolte pubblicate, nelle quali si attesta, per la prima volta, la prassi dell’accompagnamento strumentale della polifonia vocale con l’intavolatura e con un «basso continuo per sonare in concerto».
I madrigali, le canzonette e i madrigaletti di Rossi contribuirono, al pari di quelli di Monteverdi, Pallavicino, Gastoldi al pieno affermarsi del genere, riflettendo i gusti musicali e letterari della Mantova dei Gonzaga (questo spiega le frequenti concordanze testuali con l’analogo repertorio in Monteverdi): dalla lirica del Guarini, a quella di Chiabrera, di Rinuccini e di Marino, Rinaldi e Petrarca.
La ragioni di un centenario
In particolare all’epiteto di “primo che pubblicò musica ebraica” si riferiscono i brani del programma dell’ETdO tratti dagli Ha’shirim ‘Asher Li’Shlomo (Salmi e Canti di Salomone), in occasione del IV centenario della loro pubblicazione a Venezia (1623). Rifacendoci ad uno degli stili esecutivi della prolifica produzione vocale, nella quale Rossi fu versatissimo, e a sottolineare l’omogeneità del programma monografico a lui dedicato, alcuni dei trentatré Salmi e Canti, tra i più rappresentativi per la loro ricchezza di espressività e vividezza di immagini musicali promananti dal testo, verranno proposti nella forma di monodia accompagnata, alternativa a quella rigorosamente “a cappella” prevista per l’uso sinagogale.
In questi brani vocali, attraverso un sapiente utilizzo di progressioni, melismi, cambi ritmici, strutturali e armonici, a rendere ora l’idea del pianto, ora dell’angoscia o del lamento, della gioia o della speranza, espressi nei loro testi, tratti dai Salmi biblici o da poemi di matrice rabbinica e liturgica, Salomone Rossi realizza per la prima volta il sogno di mettere insieme le due culture con i loro patrimoni di fede e di espressività.
Egli perciò può ben dirsi una felice sintesi dell’incontro tra culture, avendo contribuito da ebreo allo sviluppo della musica occidentale e da musicista occidentale all’arricchimento della cultura ebraica.
Gli interpreti
Angelo De Leonardis canto e narrazione
Doriano Longo violino barocco, viola e direzione
Maurizio Lillo violino barocco
Giuseppe Petrella chitarra spagnola e tiorba
Pierluigi Ostuni tiorba