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I pastori di Bettelemme
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I pastori
di Bettelemme
Origini e occasione
Opera sacra a stampa conservata presso la Biblioteca Vaticana, I Pastori di Bettelemme, dialogo in musica, fu composto da J. H. Kapsberger e rappresentato per la prima volta a Roma nel 1630. L’opera fu dedicata dall’autore al cardinale Francesco Barberini, suo protettore romano, e vide la collaborazione, per la stesura del libretto, del cardinale Giulio Rospigliosi, futuro papa Clemente IX. Partitura poco conosciuta ma assai emblematica del genere sacro dell’Oratorio romano del sec. XVII, nasce per la solennizzazione di un momento importante dell’anno liturgico, come il Natale, e per gli encomii al regnante Papa Urbano VIII (1623-44).
L’opera non è mai stata rappresentata in tempi moderni fino al 2004, anno in cui il M° Pierluigi Ostuni recupera una copia della partitura direttamente dalla Biblioteca Vaticana per la sua tesi di dottorato in musicologia presso l’università di Lecce, incentrata sulla musica italiana del Seicento. Da allora l’oratorio ha avuto poche rappresentazioni (Germania e Venezia) e la sua esecuzione conserva ancora il fascino della riscoperta.
Struttura musicale e narrativa
I Pastori di Bettelemme prevede la presenza di cantanti solisti, nei ruoli degli angeli e dei pastori, nonché di un gruppo strumentale, secondo una compagine in uso alla corte papale nella prima metà del Seicento. La struttura musicale è costruita su di un’articolata alternanza di parti solistiche (nelle forme del recitativo “secco”, del dialogo, dell’arioso e del madrigale polifonico a tre, quattro fino a cinque parti).
La narrazione, dopo una sinfonia iniziale, vede un pastore solitario nella rigida notte esprimere una fervida richiesta che l’esilio di questa esistenza sia illuminato dalla Luce immortale. Un suono lontano di nenie di altri pastori alla ricerca di un umile riparo per una notte come tante altre (Coro: “Il ciel propitio/A’ nostre voglie/ in lungo hospitio/Qui pace accoglie”) induce il pastore solitario ad elevare con loro un’ardente prece perché il Signore del cielo affretti il giorno promesso della Sua venuta. Uno ad uno i pastori offrono al Dio che viene il loro miglior atto di reverenza e insieme intonano a Lui un supplice canto con l’invocazione corale “Habbi di noi pietà, De’ cieli eterno Re”. Dall’alto appare all’improvviso un angelo che invita alla gioia: Cristo è nato! E descrivendo l’umile dimora del Figlio di Dio esorta i pastori ad andare per adorarlo (Coro: “O Re del cielo/Nasci pur hoggi”). Con un passaggio temporale inatteso, la celebrazione dell’evento natalizio offre agli astanti l’occasione propizia per formulare gli auspici del nuovo anno al pontefice regnante: pastori ed angeli si prestano così ad una festante sezione encomiastica di cori e danze strumentali inneggianti al regnante romano Pontefice (“Viva Viva Età felice / Della terra il gran Pastore”).
Saranno poi ancora gli angeli a rendere attuale, nell’oggi di quella rappresentazione del 1630, il senso più profondo del mistero di grazia celebrato anticipando, nella visione delle lacrime dell’innocente appena nato, l’offerta di tutta la sua vita fino alla morte salvifica. A consolare quel pianto, tutti concorreranno con un cullante e conclusivo momento vocale: “Dormi Figlio, vago giglio… mosso al canto, frena il pianto”. L’attesa per il sacro evento, si conclude così con una dolce ninna nanna, prima a una voce poi a compagine polifonica completa, coronamento di una visione al tempo stesso sacrale ma anche “affettuosamente” umana.
Destinazione e tempi di realizzazione
L’Ensemble ha effettuato diverse esecuzioni dell’opera. Tra le più recenti si segnalano quelle del 2023, in occasione dell’Ottavo Centenario del primo Presepe realizzato da San Francesco d’Assisi (Greccio, 1223). Vista la specifica tematica dell’opera (la nascita di N. S. Gesù Cristo e la veglia dei pastori di Betlemme) l’Oratorio trova la sua ideale collocazione nell’ambito di festival con programmi di musica sacra o di musica antica programmabile nel periodo che va dall’Avvento al Santo Natale e al successivo tempo di Natale fino oltre l’Epifania con la festa della Presentazione di Gesù al Tempio (Candelora, 2 Febbraio). Altri contesti e occasioni possono essere dati dal restauro o dalla presentazione o lettura di una tela o di un manufatto artistico che abbia a soggetto l’Adorazione dei Pastori o la Natività più in generale, o l’insediamento/reposizione di un Presepe artistico o la realizzazione di un Presepe vivente, come ancora l’anniversario della Dedicazione di una chiesa o cappella alla Natività.
Dati i contenuti altamente morali dei testi musicati e la ricorrenza religiosa così sentita dalle nostre comunità, la rappresentazione di un’opera di così grande valore artistico e spirituale contribuisce altresì alla riscoperta della grande tradizione della musica sacra italiana del passato, uno dei motivi ispiratori dell’attività dell’Ensemble.
Gli interpreti
Maria Luisa Dituri soprano
Valeria Polizio soprano
Vito Cannillo tenore
Angelo De Leonardis basso
Doriano Longo violino barocco e direzione
Gabriel Tiziano Ostuni chitarra barocca
Pierluigi Ostuni tiorba
Gianni Gelao zampogne e flauti