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El ingenioso hidalgo
Don Quijote de la Mancha
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El ingenioso hidalgo
Don Quijote
de la Mancha
Il capolavoro di Miguel de Cervantes
«Quello che è prodigioso nel Don Chisciotte è la totale assenza di artificio e la continua fusione di illusione e realtà, che ne fanno un libro così comico e così poetico». Con queste parole il poeta francese Gustave Flaubert celebrava la grande opera con la quale Miguel de Cervantes, oltre due secoli prima, aveva dato origine al romanzo moderno.
Nel Don Chisciotte si assiste al racconto dell’eterno disagio del vivere, fatto di desideri e frustrazioni, di tragedia e comicità, di una profonda inquietudine circa il vero e l’oggettività. Le strampalate avventure dei protagonisti non sono altro che la rappresentazione comica, e a volte tragica, di ciò che realmente accade.
Un’opera i cui protagonisti hanno rappresentato, e rappresentano, una inesauribile fonte di ispirazione letteraria, musicale, figurativa.
Lo spettacolo: dal romanzo al palcoscenico
Lo spettacolo propone un estratto delle avventure dell’hidalgo manchano attraverso musiche originali del Siglo de Oro e testi del Don Chisciotte tratti dalla traduzione di Vittorio Bodini, salentino e illustre ispanista del XX secolo. L’evento può completarsi con un’esposizione di disegni e stampe sui personaggi dell’opera di Cervantes.
Voce che si fa musica, musica che interagisce con le immagini: una sintesi avvincente del Don Quixote de la Mancha. Vittorio Bodini fu poeta, saggista e traduttore nato nel 1914 a Bari ma da genitori salentini presto ritrasferitisi a Lecce. Nel 1932 fondò un gruppo futurista leccese, il “Futurblocco”. Dopo la laurea in Lettere e Filosofia a Firenze nel 1940, tornò a Lecce dove fu molto attivo in periodici e riviste, pubblicandovi le prime poesie. Nel 1946 si trasferì in Spagna come lettore d’italiano. Dal 1950 rientrò a Lecce e vi ottenne presto la cattedra di letteratura spagnola presso l’Università di Bari. Negli ultimi anni visse a Roma, dove morì nel 1970, ma i suoi rapporti con il Salento furono stabili e continui: in molte sue poesie sono menzionate diverse località della sua terra d’origine.
Studioso del barocco, in particolare dei surrealisti spagnoli, tra gli altri suoi eminenti lavori svetta la traduzione del Don Chisciotte della Mancia di Cervantes, per Einaudi (1957), ancora insuperata.
«Bodini è stato “il” traduttore del Don Chisciotte» (Maria Luisa Spaziani, 6/1/2014).
Nell’introduzione all’opera, Bodini va oltre le teorie “chisciottesche” di un eroe idealistico dell’illusione, avanzando la sua interpretazione di un Don Chisciotte intellettuale innamorato dell’azione e, con lui, di un Sancho, uomo pratico ma affascinato dalla cultura.
«Ho letto Don Chisciotte nella traduzione di Vittorio Bodini, che è una meraviglia» (Maria Luisa Spaziani nella trasmissione televisiva “Scrittori per un anno”, Rai Uno, 18/12/2007).
Lo spettacolo: il programma musicale
Lo spettacolo propone un estratto delle avventure del più celebre Hidalgo attraverso musiche originali del Siglo de Oro spagnolo e del viceregno spagnolo di Napoli.
I brani che sostengono e si alternano ai testi nella recitazione delle pagine selezionate del romanzo di Cervantes cercano di ricostruire l’ambientazione dell’epoca del primo Seicento, con musica strumentale tratta delle opere dei più prestigiosi autori del tempo, con la loro capacità di esprimere gli “affetti” di volta in volta espressi nel testo a cui vengono destinati, con le loro caratteristiche di sperimentazione armonica, ritmica, di ornamentazione, sempre espressivi della temperie “barocca” di cui sono portatori.
Tra questi saranno ascoltati: Danza del Cavaliere (Anonimo, sec. XVI, Napoli), Villanos (Anonimo, sec. XVII, Spagna), Amable (Anonimo, sec. XVII, Spagna), Xacaras (Santiago de Murcia, sec. XVIII), Sfessaine (Hieronymus Montisardui, sec. XVII), Ciaccona (Andrea Falconieri, sec. XVII), Battaglia (Andrea Falconieri, sec. XVII), Aria grave (Santiago de Murcia, sec. XVIII), Folie (Hieronymus Montisardui, sec. XVII), Spagnoletto (Hieronymus Montisardui, sec. XVII), Canario (Santiago de Murcia, sec. XVIII), Suave melodia (Andrea Falconieri, sec. XVII) e Tarantelas (Anonimo, sec. XVII, Spagna).
Lo spettacolo: l’ispirazione iconografica
La tematica chisciottesca ha ispirato l’artista Nadia Esposito per la realizzazione delle tavole che possono creare un allestimento “a tema” in occasione dello spettacolo. Disegni “al tratto” che esprimono, con la tecnica scelta, il carattere essenziale dei protagonisti del romanzo, raffigurandoli in una libera sequenza, talvolta in una significativa sovrapposizione sintetica degli episodi, assecondando e arricchendo la narrazione portata in scena. L’illustratrice è diplomata presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce con il massimo dei voti e la lode nella classe di pittura del M° Luigi Spanò. Vincitrice di concorsi di pittura e di borse di studio, espone in mostre
personali e collettive presso gallerie d’arte e associazioni culturali italiane ed europee. È docente di Disegno e Storia dell’Arte; è curatrice di progetti grafici e illustratrice per la casa editrice Accademia Terra d’Otranto (Pugliamondo – Un viaggio in Versi, La Versione di Giuseppe – Poeti per Don Tonino Bello,
Reversibilità, Disegnando Il Don Chisciotte, di cui è autrice). Per la rivista Januae ha pubblicato un saggio critico sulla figura del pittore salentino Vincenzo Ciardo. Con le attività legate alle arti figurative esprime la passione per la cultura e le tradizioni della propria terra, il Salento, e in particolare per la Grecìa Salentina, territorio in cui vive e lavora.
Gli interpreti
Angelo De Leonardis recitazione e regia
Doriano Longo violino barocco e direzione
Pierluigi Ostuni tiorba
Giuseppe Petrella chitarra spagnola
Roberto Chiga tamburi a cornice
Nadia Esposito illustratrice