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Apulia triumphans
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Apulia
triumphans
In viaggio con musicisti viaggiatori
Apulia triumphans intende mettere in luce opere inedite o raramente eseguite di musicisti pugliesi attivi tra Sei e Settecento, in un viaggio sonoro nel quale la musica diventa strumento di cultura e di conoscenza della storia della Puglia attraverso le figure e le musiche di compositori che si sono spesso affermati oltre i confini nazionali ed europei. È la storia di partiture che hanno attraversato i secoli, le guerre, le alluvioni, e sono finite in terre lontane da quelle in cui e per cui furono concepite e scritte. Ma grazie a questo progetto le fila di tante storie tornano a riconnettersi per darci un’idea della sottile trama sottesa ad un’arte trasmessa spesso di padre in figlio, prima ancora che da maestro ad allievo.
Una ricerca durata cento anni
Uno dei primi studiosi che cercò di indagare sulle origini pugliesi di celebri maestri del passato fu Vito Raeli, musicologo pugliese di Tricase, che produsse sull’argomento numerosi testi dagli anni Venti fino agli anni Cinquanta del secolo scorso. Ma fino agli anni Sessanta le figure dei musicisti conterranei, numerose e di notevoli capacità compositive e stilistiche, venivano solo considerate nella luce della pur gloriosa Scuola Napoletana. A partire dagli anni Settanta, grazie a un diffuso e nuovo modo di concepire la filologia musicale e la storia della musica, questi musicisti finalmente sono riconosciuti come Maestri Compositori Pugliesi tra i quali ricordiamo Pasquale Cafaro, Nicola Fago, Ignazio Gerusalemme, Giacomo Insanguine, Niccolò Jommelli, Leonardo Leo, Giuseppe Lillo, Gerolamo Melcarne “Il Montesardo”, Pietro Migali, Giovanni Paisiello, Pasquale Pericoli, Niccolò Piccinni, Luigi Rossi, Domenico Sarro, Tommaso Traetta, la famiglia Tricarico e tanti altri.
Il programma musicale
Il programma presenta un’assortita carrellata di rari ascolti tratti dalle opere più rappresentative dei nostri autori conterranei. Vengono presentati brani del Montesardo, sia strumentali – dal suo trattato per chitarra spagnola, Nuova Inventione d’Intavolatura per sonare li balletti sopra la Chitarra Spagniuola, senza numeri e note, opera del 1606 cui si deve la sua fama e primo esempio di intavolatura alfabetica per chitarra spagnola – sia vocali – da I Lieti Giorni di Napoli, opera del 1611, con la quale il compositore salentino intese far conoscere all’ambiente musicale napoletano, ancora legato alla tradizione polifonica, la nuova maniera di cantare a voce accompagnata nello stile fiorentino, foriero di tante novità negli sviluppi di tutta la storia della musica posteriore. Sarà possibile ascoltare un Responsorio tercero del Segundo Nocturno per voce, violini e basso continuo del leccese Ignazio Gerusalemme, che una sequenza di vicende familiari e personali nel corso del XVIII secolo portò ad affermarsi a Città del Messico come maestro di cappella della Cattedrale e direttore del Teatro Antiguo Coliseo, uno dei massimi rappresentanti della musica barocca messicana.
Dell’Abate Francesco da Taranto, di cui si sa solo che operò all’inizio del sec. XVII, viene eseguito un mottetto tratto da Carmina dulcisona stampato a Napoli nel 1636, presente nella biblioteca universitaria della città di Heidelberg in Germania.
Viene proposta una Sonata dall’unica opera a noi pervenuta, le Sei sonate per violoncello e cembalo, di Pasquale Pericoli, di Lecce, stampata a Bologna nel 1769, uno dei pochi esempi di opere a stampa per violoncello.
Del tarantino Giovanni Paisiello, universalmente conosciuto come grande autore di opere, tuttora applaudite, sono meno ricordate ma ugualmente importanti le opere strumentali come una Sonata per cembalo e violino obbligato tratta da una raccolta raramente eseguita, rinvenuta presso la British Library di Londra negli anni Novanta del secolo scorso, contenente dodici sonate di rara bellezza e uniformità stilistica.
Anche di Leonardo Leo, maestro di San Vito dei Normanni, famoso soprattutto per le sue opere vocali, sono meno noti numerosi e importanti lavori destinati agli strumenti: concerti, toccate, quartetti e trii. Da questi ultimi, viene eseguito un Trio, recuperato da un manoscritto conservato presso la Biblioteca Universitaria della Città di Dresda in Germania.
Come ulteriore esempio di rarità vengono eseguiti brani vocali dalle opere di Giacomo Insanguine detto “Il Monopoli”, dalla città di origine, autore teatrale e didatta nei conservatori napoletani, i cui numerosi melodrammi e le opere comiche venivano rappresentate nei teatri di Napoli con continuità, come “L’osteria di Marechiaro” che ottenne un successo straordinario superando l’omonima opera dello stesso Paisiello per richieste di repliche.
Gli interpreti
Angelo De Leonardis canto e voce narrante
Nadia Esposito voce narrante
Doriano Longo violino barocco e direzione
Giuseppe Petrella chitarra spagnola
Pierluigi Ostuni tiorba
Roberto Chiga percussioni