The Dancing God Drums the World into Existence
L’immagine dello sciamano danzante della Grotta dei cervi di Porto Badisco, nel Salento, vuole esprimere la possibilità di ritrovare la connessione tra anima e corpo, trasfigurato nella musica e nella danza, la possibilità di ottenere la guarigione dalle paure, per mezzo della vitalità del rito, di mettere ordine nella vita ritrovandone il ritmo originario, di conquistare energie superiori nel gesto del salto, che mette in collegamento cielo e terra e fa scaturire da essa nuovo germe dalla sua percussione, con il passo della danza, col ritmo del tamburo, con la magia della parola intonata e col suono degli strumenti.
È quello che auguriamo accada ogni volta che facciamo musica, a noi stessi e a chi ci ascolta…
Intreccio di testi recitati, musiche strumentali, canti e danze rappresentativi delle interpretazioni che nei secoli si sono date del fenomeno del tarantismo e del potere terapeutico della musica: un viaggio culturale e musicale attraverso l’Europa del Sud, con un focus sulla Puglia e sul Salento, da Athanasius Kircher a Ernesto De Martino.
Per una Giornata della Memoria rivisitata di continuo, consapevoli che i crimini peggiori seguono sempre il primo delitto che è l’ignoranza “dell’altro” e il pregiudizio su di lui. “Memoria” della cultura ebraica – e delle sue produttive relazioni con le altre culture – attraverso la figura di un musicista che ha dato lustro alla cultura ebraica nell’Italia e nell’Europa del nascente Barocco: Salomone Rossi “Hebreo”. Un omaggio doveroso di musicisti provenienti dalla Puglia che nei secoli è stata terra di dialogo con la cultura ebraica.
Lo spettacolo propone le pagine più salienti del romanzo di Cervantes – nella traduzione di Vittorio Bodini, salentino e illustre ispanista del XX secolo – interpolate con musiche coeve al testo, collegando in modo diretto la Spagna del Siglo de Oro, la Napoli del Viceregno spagnolo e la nostra Puglia.